L’induismo balinese è una religione speciale ricca di particolarità, molte delle quali risultano evidenti già analizzando la struttura di ciascun tempio di Bali, ben diversa da quella dell’induismo tradizionale dell’India. I templi indiani, infatti, sono per lo più chiusi e sovrastati da una grande torre centrale; il tempio balinese è invece uno spazio aperto, diviso in varie sezioni e circondati da un muro. Il termine pura che accompagna il nome di ogni luogo sacro significa, appunto, “città murata”.

I vari cortili del tempio sono collegati tra loro attraverso decoratissimi candi bentar, i portali finemente scolpiti con i tratti tipici dello stile balinese, e hanno al loro interno diversi pelinggih meru (torri a più livelli) e bale (padiglioni).

TEMPIO DI BALI: TRE SEZIONI SACRE

Nella cultura balinese la divisione di uno spazio – sia esso un villaggio, un tempio o una casa – viene eseguito secondo regole precise dettate dal Tri Mandala.

La traduzione letterale di Tri Mandala è tre territori ed è una rappresentazione spaziale dei tre regni in cui è diviso l’esistente, di conseguenza ogni tempio di Bali viene suddiviso in tre parti, ognuna corrispondente ad uno specifico regno:

  1. Jaba Pisan – rappresenta il Nista Mandala, il regno inferiore e meno sacro;
  2. Jaba Tengah – rappresenta il Madya Mandala, il regno terreno intermedio;
  3. Jeroan – rappresenta l’Utama Mandala, il regno superiore e più sacro.

A questa divisione dello spazio viene affiancato il Tri Hita Karana, la filosofia su cui si basa la cultura balinese e il vivere quotidiano dei suoi abitanti: essa propone l’armonia tra gli umani, l’armonia con la natura e l’armonia con le divinità.

Anche i punti cardinali hanno la loro importanza nella costruzione di un tempio a Bali. I balinesi associano ogni punto cardinale a una divinità con il suo colore specifico e chiamano queste divinità i Guardiani delle nove direzioni.

I TRE CORTILI DEI TEMPLI DI BALI

Solitamente il tempio balinese è rivolto verso il monte Agung in modo tale che il fedele, entrando nel tempio, si avvicini alla montagna sacra. I tre cortili in cui è separato il tempio sono posti a differenti altezze per rendere più concreto l’avvicinamento alle divinità.

JABA PISAN

Entrando nel tempio il primo cortile che si incontra è il jaba pisan che rappresenta il Nista Mandala. Questo è il luogo in cui, solitamente, avvengono le performance di danza e si preparano gli addobbi per le cerimonie. Si presenta come un cortile aperto con alcuni bale lungo il perimetro. Le strutture comunemente contenute nel Jaba Pisan sono:

  1. wantilan: padiglione per i grandi eventi come i combattimenti rituali tra galli o le performance di danza tradizionale;
  2. il paon: “cucina” del tempio, si tratta di un padiglione aperto dove vengono preparate le offerte;
  3. il candi bentar: portale di ingresso a due battenti, riccamente decorato, la cui struttura ricorda un tempio buddista giavanese diviso esattamente a metà per permettere il passaggio delle persone. È un’eredità dell’impero Majapahit del XIV secolo.

JABA TENGAH

Salendo alcuni scalini e attraversando un candi bentar, si entra nel jaba tengah, il cortile intermedio, rappresentante il Madya Mandala, in cui i fedeli prendono parte alle attività principali del tempio.

In questa sezione del tempio sono posizionati:

  1. il bale Kul-kul: la torre della campana. Si tratta di un’alta torre con la tipica campana in legno utilizzata per raccogliere i fedeli o per segnalare un allarme;
  2. il bale Gong: il padiglione del Gamelan, ovvero il luogo dedicato alla custodia degli strumenti e all’esibizione dell’orchestra;
  3. il paduraksa: il portale cerimoniale, solitamente la costruzione più imponente del tempio. È sormontato da una torre e finemente decorato come il candi bentar ma si distingue da quest’ultimo perché non è diviso in due. Statue raffiguranti raksasa ne proteggono l’entrata che divide il jaba tengah dal jeroan.

JEROAN

L’ultimo cortile – nonché il più sacro – è il jeroan. Situato nella posizione più elevata di tutte il tempio, questo cortile rappresenta l’Utama Mandala ed è riservato solo ai fedeli. In questo cortile si trovano gli altari solenni come:

  1. il padmasana: letteralmente “trono di loto”, altare dedicato a Sang Yang Widhi Wasa, divinità suprema dell’induismo balinese. È un’alta colonna con in cima un trono ed è situato sempre nell’angolo Kaja-Kangin (Nord-Est) del tempio, il più sacro perché nella direzione del monte Agung;
  2. il bale pepelik: posizionato al centro del Jeroan, viene sempre lasciato vuoto in quanto è riservato alla divinità durante le cerimonie;
  3. il taksu: l’altare dell’interprete degli dei. Si tratta di un concetto unico della religione hindu balinese: è l’energia divina che prende possesso del medium e parla attraverso costui per annunciare ai devoti la volontà degli dei. Questo altare è la sua sede da dove si sprigiona per prendere possesso del corpo del medium durante alcune cerimonie;
  4. il gedong Pesipangan: santuario dedicato al fondatore del villaggio;
  5. il gedong Maospait: santuario dedicato al popolo Majapahit che portò l’induismo a Bali. Facilmente identificabile per la decorazione a forma di testa di cervo, simbolo dell’Impero Majapahit;
  6. diversi pelinggih meru: santuari dal tetto a più livelli. Solitamente il Meru con il numero maggiore di livelli è dedicato a Sang Yang Widhi Wasa, quello a tre livelli è dedicato al monte Agung.

Questa è la struttura di base di un pura. Ogni tempio di Bali però ha le sue particolarità e le disposizioni dei bale possono variare così come il loro numero.

Ci auguriamo che questa descrizione possa aiutarti nel comprendere meglio la struttura di un tempio balinese e le sue peculiarità.

L’isola di Bali conta oltre 20.000 templi, fra luoghi sacri di famiglia, dei villaggi e dell’intera comunità hindu. Scopri quali sono i più importanti!